Sabato 28 gennaio 2012,
Milano – Massimiliano Santoro
di Patrizia Amenta*
All’interno dello Spazio Sirin di Milano – cornice perfetta per parlare di cinema e Blob, data la sua struttura in cui le poltrone sono posizionate su dei gradini e rivolte verso lo schermo ed il tavolo dei relatori – si è tenuto il workshop condotto dal nostro Socio SIETAR Italia Massimiliano Santoro, che da anni si occupa del tema.
Massimiliano ha pubblicato – D’Incerti D., Santoro M., Varchetta G., 2007, Nuovi schermi di formazione. I grandi temi del management attraverso il cinema, Guerini e Associati – un testo in cui 40 grandi temi (tra cui benessere, coaching, sicurezza) sono trattati e analizzati attraverso più di 600 film dei quali sono proposti i brani più idonei per un uso formativo, con ampia bibliografia, filmografia e mappe di riferimento. Da questo testo ha preso spunto lo strumento formativo che egli ci ha presentato durante l’incontro, e che poi ha fornito a tutti i partecipanti: un DVD con spezzoni di film che rimandano ai temi dell’intercultura, intitolato “LO SGUARDO DEGLI ALTRI, ovvero come è (im)possibile vivere e lavorare in contesti culturali diversi”.
Dopo aver inserito l’argomento in una cornice teorica di riferimento, ci si è soffermati ad analizzare ogni spezzone del video proposto, in un clima di confronto, scambio e condivisione emotiva, di arricchimento culturale ed interculturale (conoscenza o meno da pare dei partecipanti dei film citati, emozioni suscitate – sia piacevoli che spiacevoli -, riflessioni sul possibile uso dello strumento) ed infine l’autore ha proiettato altre immagini al fine di una riflessione e di un approfondimento individuale durante il pranzo.
Come affermato da Massimiliano Santoro, esistono 4 importanti filoni della filmografia ad uso formativo:
- il “Cinema ad hoc” prevede che si proietti un film o uno spezzone e poi si lanci la discussione tra i partecipanti; esso è uno strumento molto efficace, ma puramente didascalico, in cui si predilige l’apprendimento per osservazione;
- i “Documentari” facilitano il focalizzarsi dell’attenzione su un singolo tema, dato l’enorme lavoro di costruzione a monte, anche se costruiti ad hoc non rientrano assolutamente nell’area delle fiction e servono per spiegare un fenomeno oggetto d’indagine (i BLOB si inseriscono in quest’area);
- la “Postazione Memoria” è una tecnica attiva, in cui i partecipanti vengono dotati di una telecamera e registrano quanto osservato;
- il “Movie Training” si caratterizza per la sua dinamicità, nel senso che i partecipanti debbono costruire una trama e metterla in atto (no rappresentare, ma attuare!), anche suddivisi in gruppi di lavoro.
Ognuno di questi quattro usi del cinema per la formazione si caratterizza per la diversa efficacia nei contesti di applicazione; sta, infatti, alla sensibilità ed all’esperienza del formatore, scegliere lo strumento più adatto ai fini del raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Come suggerito da Massimiliano Santoro, per scegliere lo strumento più adatto ad un determinato contesto organizzativo/formativo si può usare una matrice in cui sull’asse delle ascisse si pone la dimensione evocativa in un continuum che va da Stabile (evocare cose che già si sanno) ad Instabile (cose che creano break down), mentre sull’asse delle ordinate si pone la metodologia usata, da Didascalica ad Evocativa (si riporta sotto un esempio puramente illustrativo). Si creano così 4 quadranti in cui posizionare lo strumento scelto in base alle finalità: (in senso orario partendo da sx): Stabile-Evocativo, Evocativo-Instabile, Instabile-Didascalico, Didascalico-Stabile; il primo quadrante si presta a strumenti come il “Cinema ad hoc”, ma non è detto che tale filone non si possa situare anche in altri quadranti.
Santoro afferma l’importanza del Blob nell’uso della formazione interculturale, in quanto già il passaggio da uno spezzone ad un altro crea break down, evoca stati d’animo e vissuti diversi, suscita riflessioni. Infatti, il film dà enfasi al testo narrativo, lo spezzone, invece, a fatti, personaggi, ambienti, sensazioni,… Testimonianza di ciò è la discussione seguita alla proiezione del DVD, in cui la platea, fortemente interculturale per ètà, sesso, Paese di provenienza, ha rintracciato dei temi culturalmente comuni (la metafora del treno come viaggio, il valore della storia e della scenografia, la differenza tra film in bianco e nero e non, ecc…) e si è confrontata su temi culturalmente diversi (il “valore” di alcune figure storiche e politiche, l’identità di genere, l’efficacia di uno strumento più didascalico o di un documentario inserito nel DVD, ecc…).
I film i cui spezzoni sono contenuti nel DVD sono:
- 1.“Babe maialino coraggioso”,
- “La stella che non c’è”,
- Amadeus”,
- “Totò, Peppino e la Malafemmina”,
- “Bobby”,
- “Marrakech Express”,
- “Invictus”,
- “The Rocky Horror Picture Show”, molto diversi tra loro per genere e data di uscita.
Le parti su cui si è discusso maggiormente e/o che hanno suscitato maggiori emozioni sono state, solo per citarne alcune, la visione della cagna madre che impone di accogliere Babe nel primo spezzone, il contesto storico e l’accettazione delle novità nel terzo spezzone, il viaggio e le aspettative legate ad esso nel quarto, la dimensione “americana” negli ultimi spezzoni.
Il DVD rimanda alla prospettiva che va dal Micro al Macro, dall’Etnocentrismo alla Globalizzzazione, temi poi affrontati nel dibattito.
Tutti i partecipanti hanno ritenuto l’uso nel Blob nella formazione interculturale uno strumento molto utile ai fini evocativi, sottolineando la difficoltà e la competenza necessaria per costruire ad hoc tale strumento ai fini di un efficace intervento formativo, come sottolineato anche da Massimiliano Santoro dopo anni di esperienza nel settore.
*Patrizia Amenta è una Psicologa Clinica e di Comunità; esperta in processi di Formazione e di Sviluppo Organizzativo e Relazionale; Formatrice, Orientatrice